Gad Lerner lascia il Pd

Gad Lerner lascia il Pd: “Involuzione sui diritti”. Pollastrini: “Riflettere, partito era nato per includere”

Gad Lerner lascia Pd: "Involuzione sui diritti". Pollastrini: "Riflettere, partito era nato per includere"
Gad Lerner interviene all’assemblea nazionale del Pd (ansa)
 http://www.repubblica.it/politica/2017/08/23/news/gad_lerner_lascia_pd-173711540/

L’annuncio del giornalista su Nigrizia. “Diritti umani, cittadinanza, rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo, contrasto efficace al terrorismo. Ius soli e ong colpevoli di reato umanitario. Dieci anni fa fui tra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”

 
 

ROMA Gad Lerner lascia il Pd. Lo annuncia con un editoriale sul portale Nigrizia, in cui spiega le ragioni di un addio non indolore. “Ho ben presente l’importanza dell’unità dentro un partito grande e plurale. So anche che nel Pd continuano a essere numerosi coloro che hanno a cuore gli ideali oggi deturpati. Ma io che avevo visto male la scissione, né ho considerato motivi sufficienti per un divorzio le riforme istituzionale e il jobs act, ora per rispetto alla mia gerarchia di valori, mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito in cui ho militato dalla sua nascita. L’involuzione della politica del Pd sui diritti umani e di cittadinanza costituisce per me un ostacolo non più sormontabile”.

Il rammarico di Barbara Pollastrini, vice presidente del Pd. “Per me è un gran dispiacere l’addio di Gad Lerner al Pd, ma anche una ragione in più per riflettere. Resta il fatto che un partito nato per mescolare e includere, con l’attuale vertice ha prodotto lontananze, abbandoni di elettori e compagni. Il potere non basta. La politica è anche altro e il tema posto da Gad è enorme. I diritti umani sono la premessa e il senso della sinistra e di un partito democratico e oggi la realpolitik pare dominare sulla dignità e sul valore di ogni essere umano. Sarà un autunno importante per il centrosinistra e per molti militanti, di pensiero e di discussione”.

“Correva l’anno Duemila, lo stesso anno in cui ho cominciato a scrivere Giufà, la rubrica per Nigrizia – scrive Gad Lerner – quando ho sentito per la prima volta un noto leader politico italiano proporre al telegiornale: ‘Dobbiamo sparare sulle imbarcazioni degli scafisti, affondiamole!’. In quel momento dirigevo il Tg1 e mi toccò dargli qualche minuto di gloria, pur sapendo entrambi che la sua sparata avrebbe lasciato il tempo che trovava. Nei diciassette anni successivi, tale ideona bellicosa è stata replicata infinite volte, sempre con la medesima prosopopea e in favore di telecamera, da leader di opposti schieramenti (dal centrodestra, al centrosinistra, ai grillini)”.

“E’ venuto il momento – prosegue il giornalista – di formulare anch’io un mio bilancio di fine legislatura su una materia, quella dei diritti umani, dei diritti di cittadinanza, dei rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo e di un contrasto efficace al terrorismo, che considero di importanza cruciale. Non solo in quanto ebreo, ex apolide, figlio fortunato di più migrazioni. Ma proprio come cittadino italiano che, dieci anni fa, è stato fra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”.

E qui Gad Lerner descrive il cumulo di macigni diventato l’ostacolo “non più sormontabile”. “Metto in fila l’operato degli ultimi tre anni – premette -. La revoca dell’operazione Mare Nostrum con la motivazione che costava troppo e con limitazione del raggio d’azione della nostra Marina Militare. La mancata abrogazione del reato di immigrazione clandestina, per ragioni di opportunità. La soppressione, solo per i richiedenti asilo, del diritto a ricorrere in appello contro un giudizio sfavorevole. La promessa non mantenuta sullo ius soli temperato. E, infine, la promulgazione di questa inedita oscena fattispecie che è il ‘reato umanitario’  mirato contro le organizzazioni non governative”.

“Dietro a questa sequenza – conclude Lerner

 

– si riconosce un vero e proprio disarmo culturale. Vittimismo. Scaricabarile. Caricature grossolane della complessa realtà africana con cui siamo chiamati a misurarci. Il tutto contraddistinto da una impressionante subalternità psicologica alle dicerie sparse dalla destra”.

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