Andrea Vannucci: Civici e Popolari.

Sì sta sviluppando, sui social, un animoso dibattito sull’esito delle elezioni provinciali del 31ottobre scorso. Si imputa alla nostra lista, Civici e Popolari, di aver ottenuto un consenso superiore alle aspettative, considerando che abbiamo raccolto un numero di voti maggiore di quello che ci veniva accreditato, confidando che ogni consigliere e sindaco, votasse obbedendo alle indicazioni dei partiti di provenienza. Come accade ormai da troppo tempo, i dirigenti dei partiti della sinistra, continuano ad attribuire la responsabilità dei loro fallimenti agli elettori. Viene descritta come se fosse esecrabile, la pratica della democrazia! Anziché domandarsi come mai non riescono a farsi votare nemmeno dai rappresentanti dei loro stessi partiti, questi signori, divenuti dirigenti attraverso congressi farsa, rosicano perché altri riescono a raccogliere consensi anche dai rappresentanti di altre forze politiche. Come si può pensare di far crescere il proprio partito, se si considera un’eresia il convincere altri, delle proprie buone ragioni? Una lista civica, che noi stessi abbiamo definito essere tale per necessità, vista la non potabilità dell’attuale offerta politica, ottiene il venti per cento dei voti. Ci si contesta di aver raccolto una quantità di consensi superiore al numero dei rappresentanti dei gruppi costituenti? Chi è capace soltanto di perdere, evidentemente neppure concepisce l’idea che lo scopo delle forze politiche possa consistere nella necessità di allargare il consenso e non quello di chiudersi in se stessi. Cosa c’è di male se una proposta viene condivisa non soltanto da chi la fa, ma anche da altri? Come può chi ragiona in questo modo, immaginare di recuperare il ruolo di guida che appartiene ai partiti che hanno avuto la disgrazia di essere guidati da questi signori? Dopo aver perso la elezioni di carrara, massa, i collegi uninominali di camera e senato, adesso perdono anche la maggioranza della provincia e, come se niente fosse, anziché chiedersi come mai le perdano tutte, criticano quei matti che sono riusciti non solo a mettere assieme una squadra capace di presentare una propria lista, ma che addirittura sono stati capaci di convincere altri della bontà del proprio progetto. Possibile che non si rendano conto che continuando a perseverare nella loro incapacità, senza avere neppure la dignità di dimettersi, caricheranno tutta la responsabilità della sconfitta sulle spalle del presidente della provincia? Purtroppo, da ormai troppo tempo, si attribuiscono agli elettori le colpe di non capire e votare le liste ed i candidati sbagliati, assumendo l’assioma che la ragione non possa che essere dalla nostra parte. Quando si vinceva, si prendeva tutto e, da quando si è cominciato a perdere, la colpa è sempre di qualcun altro. Mai un’autocritica, sempre alla ricerca di responsabilità altrui, pur di rimanere inchiodati alla poltrona. Se ci fossero stati ancora dei dubbi sulla inadeguatezza di queste forze politiche, queste strane elezioni provinciali, figlie malate della stagione renziana, che consegnano un sistema istituzionale assurdo, nel quale presidenti e maggioranze si dissociano, l’assenza di ogni capacità di analisi seria, lo scaricabarile e l’assoluta e pervicace volontà di rimanere attaccati alle poltrone, la totale assenza di dibattito interno capace di proporre alternative credibili, anche ai più ottimisti, dovrebbero fugarli. È incredibile che nessuno senta il dovere di dimettersi, ma ancora più mortificante è il fatto che nessuno dall’interno, abbia la dignità di chiedere di farsi da parte a chi reiteratamente dimostra di non saperne azzeccare una! Un partito può sbagliare, ma è proprio finito quando dimostra di non essere capace di proporre alternative all’errore. Quindi dobbiamo essere consapevoli che la direzione di marcia che abbiamo tracciato, è quella giusta. Dobbiamo dare una prospettiva futura ed una speranza al nostro popolo. Il prossimo anno, subito dopo le elezioni europee, ci sarà un importante turno amministrativo in lunigiana. Se è lontana da noi l’idea di poter influire sull’esito delle prime, non possiamo esimerci dallo scendere in campo per le seconde. Questo confronto elettorale ci deve spingere a tessere la nostra rete in tutti i comuni della provincia, coltivando l’ambizione di uscire anche dai nostri confini, visto che in tutta la toscana, si soffre del nostro stesso male. Allarghiamo gli orizzonti dei Civici e Popolari per ridare una speranza al nostro popolo.

Andrea Vannucci