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Non voteremo più i provvedimenti di questa amministrazione

È giunto il tempo di prendere atto che, anche nella nostra provincia, la stagione di governo del centrosinistra è finita. La logorante fase, tutta introspettiva, del congresso del PD, si consuma nell’assoluto disinteresse della nostra gente. Si confrontano candidati improbabili, con linee politiche indecifrabili, ammesso che esistano, con l’unico obiettivo di salvare i posti di ancora ce li ha e di recuperarne una manciata alle prossime elezioni europee, in una logica di arretramento continuo, realizzato senza avere neppure il coraggio di presentarsi con il proprio simbolo. Quando si registrano ai congressi partecipazioni dell’ordine del cinque per mille, bisogna prendere atto che non esiste più una base che possa qualificare un partito come popolare. Piaccia o no, senza il PD, non esiste centro sinistra e non essendoci più il PD, neppure un’alleanza di centro sinistra ha ragione di esistere. Solo prendendo atto che si deve ripartire da zero si può sperare che possa prodursi qualcosa di nuovo che sia in grado di realizzare un’offerta politica potabile. È arrivato il momento di comprendere che l’istituzione provinciale ha bisogno di essere governata, cosa che appare impossibile alle attuali condizioni. Abbiamo costituito i civici e popolari per offrire l’occasione di una riorganizzazione, quantomeno in ambito locale, del nostro campo, ma dobbiamo prendere atto che la ex maggioranza provinciale non ha manifestato alcuna intenzione di condividerne la necessità. Non siamo nati per fare la stampella di una maggioranza che non esiste più e che rifiuta di guardare in faccia la realtà. Non siamo disponibili a concorrere a far protrarre questa agonia e quindi non voteremo più i provvedimenti di questa amministrazione. Decida il presidente se sia più serio dimettersi o tirare a campare in queste condizioni, facendo pagare ai nostri concittadini il prezzo del suo rimanere attaccato alla poltrona.

 

Andrea VANNUCCI.

Andrea Vannucci: L’arrocco della Provincia

La seduta del consiglio provinciale di venerdì scorso offre lo spunto per alcune considerazioni. E ‘stata presentata una variazione di bilancio di discreta entità che ha di fatto proposto l’approvazione di un bilancio emendato e di un connesso documento unico di programmazione. Lo sforzo compiuto dal presidente di presentare tale atto come se quasi fosse dovuto, visto che implica la possibilità di distribuire un po ‘ di risorse, ha tentato di coprire la rilevanza politica insita nella manovra di bilancio e soprattutto nella riproposizione del documento che definisce la linea politica dell’ ente per i prossimi anni. Nella illustrazione del provvedimento sono state evidenziate tutte le difficoltà insite nella redazione del bilancio di un ente massacrato dalla legge Del Rio, a cui sono state tolte tutte le competenze strategiche, sono state sottratte tutte le risorse umane che si potevano togliere ed al quale sono rimaste le responsabilità afferenti le scuole superiori e le strade, affidandogli risorse irrisorie e per giunta totalmente incerte. Si propone un bilancio colabrodo, per necessità, sperando che prima o poi, possa piovere un po ‘ di manna dal cielo. A mio avviso ogni ragionamento sulla manovra di bilancio avrebbe dovuto essere preceduto da una seria valutazione di questo stato di cose. È serio accettare queste condizioni senza interrogarci su che cosa si possa fare per concorrere a mettere un freno a questa macelleria istituzionale? Questa domanda è stata accantonata, concentrandosi sulla possibilità di spendere qualche spicciolo. Si sono destinate poche risorse, in pochi ambiti, lasciando in condizioni pietose tutto il resto del territorio. Siamo certi che si sia fatto bene? Quanto di ciò che servirebbe è stato soddisfatto da ciò che si è fatto? Perché lì e non altrove? Cosa sono queste se non scelte politiche? Accettare questa deliberazione ha significato condividere una politica di bilancio che è stata impostata lo scorso anno e che a seguito dell’approvazione di questo provvedimento, perdurera’ per buona parte del prossimo. Il gruppo civici e popolari ha deciso di votare contro, perché a nostro avviso non può essere accantonata la riflessione sulla dignità del ruolo delle provincie e perché l’indirizzo politico di questa provincia deve subire un profondo cambiamento. Il provvedimento è stato approvato con i voti favorevoli del PD, con quello di liberi e uguali e con l’astensione di tutto il centro destra. Si è creata una singolare minoranza di governo che riesce ad approvare i provvedimenti attraverso la non sfiducia di un’altra minoranza! Evidentemente entrambi questi schieramenti, pur di tirare a campare e disseminare qualche spicciolo sul territorio, passano sopra ogni differenza di visione politica, incarnando l’idea di un partito della nazione in salsa apuana. Tutti d’accordo tranne noi, che ci sforziamo, da anni, evidentemente scontando tutti i nostri limiti, visti i risultati, di far capire che così le cose non vanno bene. Invece, anziché provare a trovare il modo per cambiarle, cosa si fa? Ci si arrocca dietro linee difensive sempre più arretrate. Pur di governare si prendono i voti della lista Persiani, di forza Italia e financo dei fratelli d’Italia! Dove sono le anime belle che fino a qualche giorno fa descrivevano gli amici della meloni quasi come dei fascisti? E quelli che di Berlusconi dicevano le peggiori nefandezze? E chi ci ha attaccato per mesi, dicendo che una parte di coloro che a Massa hanno sostenuto la nostra lista, al ballottaggio aveva preferito Persiani a Volpi? La Meloni non è più fascista, Berlusconi non è più lo psico nano e Persiani è diventato simpatico! La coerenza non è certo la virtù più praticata, in questa politica di bassa stagione, ma a tutto c’è un limite! E che dire del centrodestra che del PD ha detto di tutto? E degli amici di Persiani? Tutti arroccati pur di star lì! Un’ ultima riflessione. Siamo proprio sicuri che i neo eletti rappresentanti della provincia rappresentino davvero la nostra società provinciale? E venuto in mente a qualcuno che in quella assise non ci sono né i cinque stelle né la lega? Vogliamo lasciare solamente a loro l’argomento politico che questa provincia non va bene? Abbiamo già avuto una avvisaglia di quanto sia considerata inadeguata dai nostri concittadini con la vicenda del liceo scientifico Marconi di Carrara. Questo arroccamento produrrà un definitivo ed assoluto distacco tra l’ente ed i nostri concittadini. Noi, per quanto piccoli e sicuramente inadeguati, non ci stiamo! O si capisce che si è sbagliato, e molto, o saremo travolti dai populisti. Se non si riesce ad essere popolari, l’alternativa all’arrocco inciuciante tra centrosinistra e centrodestra non potrà che portare le persone normali a scegliere tra lega e Cinquestelle o un’alleanza di entrambi.

Andrea Vannucci

Andrea Vannucci: Civici e Popolari.

Sì sta sviluppando, sui social, un animoso dibattito sull’esito delle elezioni provinciali del 31ottobre scorso. Si imputa alla nostra lista, Civici e Popolari, di aver ottenuto un consenso superiore alle aspettative, considerando che abbiamo raccolto un numero di voti maggiore di quello che ci veniva accreditato, confidando che ogni consigliere e sindaco, votasse obbedendo alle indicazioni dei partiti di provenienza. Come accade ormai da troppo tempo, i dirigenti dei partiti della sinistra, continuano ad attribuire la responsabilità dei loro fallimenti agli elettori. Viene descritta come se fosse esecrabile, la pratica della democrazia! Anziché domandarsi come mai non riescono a farsi votare nemmeno dai rappresentanti dei loro stessi partiti, questi signori, divenuti dirigenti attraverso congressi farsa, rosicano perché altri riescono a raccogliere consensi anche dai rappresentanti di altre forze politiche. Come si può pensare di far crescere il proprio partito, se si considera un’eresia il convincere altri, delle proprie buone ragioni? Una lista civica, che noi stessi abbiamo definito essere tale per necessità, vista la non potabilità dell’attuale offerta politica, ottiene il venti per cento dei voti. Ci si contesta di aver raccolto una quantità di consensi superiore al numero dei rappresentanti dei gruppi costituenti? Chi è capace soltanto di perdere, evidentemente neppure concepisce l’idea che lo scopo delle forze politiche possa consistere nella necessità di allargare il consenso e non quello di chiudersi in se stessi. Cosa c’è di male se una proposta viene condivisa non soltanto da chi la fa, ma anche da altri? Come può chi ragiona in questo modo, immaginare di recuperare il ruolo di guida che appartiene ai partiti che hanno avuto la disgrazia di essere guidati da questi signori? Dopo aver perso la elezioni di carrara, massa, i collegi uninominali di camera e senato, adesso perdono anche la maggioranza della provincia e, come se niente fosse, anziché chiedersi come mai le perdano tutte, criticano quei matti che sono riusciti non solo a mettere assieme una squadra capace di presentare una propria lista, ma che addirittura sono stati capaci di convincere altri della bontà del proprio progetto. Possibile che non si rendano conto che continuando a perseverare nella loro incapacità, senza avere neppure la dignità di dimettersi, caricheranno tutta la responsabilità della sconfitta sulle spalle del presidente della provincia? Purtroppo, da ormai troppo tempo, si attribuiscono agli elettori le colpe di non capire e votare le liste ed i candidati sbagliati, assumendo l’assioma che la ragione non possa che essere dalla nostra parte. Quando si vinceva, si prendeva tutto e, da quando si è cominciato a perdere, la colpa è sempre di qualcun altro. Mai un’autocritica, sempre alla ricerca di responsabilità altrui, pur di rimanere inchiodati alla poltrona. Se ci fossero stati ancora dei dubbi sulla inadeguatezza di queste forze politiche, queste strane elezioni provinciali, figlie malate della stagione renziana, che consegnano un sistema istituzionale assurdo, nel quale presidenti e maggioranze si dissociano, l’assenza di ogni capacità di analisi seria, lo scaricabarile e l’assoluta e pervicace volontà di rimanere attaccati alle poltrone, la totale assenza di dibattito interno capace di proporre alternative credibili, anche ai più ottimisti, dovrebbero fugarli. È incredibile che nessuno senta il dovere di dimettersi, ma ancora più mortificante è il fatto che nessuno dall’interno, abbia la dignità di chiedere di farsi da parte a chi reiteratamente dimostra di non saperne azzeccare una! Un partito può sbagliare, ma è proprio finito quando dimostra di non essere capace di proporre alternative all’errore. Quindi dobbiamo essere consapevoli che la direzione di marcia che abbiamo tracciato, è quella giusta. Dobbiamo dare una prospettiva futura ed una speranza al nostro popolo. Il prossimo anno, subito dopo le elezioni europee, ci sarà un importante turno amministrativo in lunigiana. Se è lontana da noi l’idea di poter influire sull’esito delle prime, non possiamo esimerci dallo scendere in campo per le seconde. Questo confronto elettorale ci deve spingere a tessere la nostra rete in tutti i comuni della provincia, coltivando l’ambizione di uscire anche dai nostri confini, visto che in tutta la toscana, si soffre del nostro stesso male. Allarghiamo gli orizzonti dei Civici e Popolari per ridare una speranza al nostro popolo.

Andrea Vannucci

Anzi che vincere Insieme preferiscono Perdere da soli.

Ballottaggi: Massa, Pisa e Siena al centrodestra. Tracollo PD

 I democratici governano ora solo 3 capoluoghi toscani su 10. Serfogli fa i complimenti a Conti: “Paghiamo il vento nazionale”. A Campi Bisenzio vince Fossi, a Pietrasanta Giovannetti

di MICHELE BOCCI                                                                                                               

La Toscana rossa non c’è più. Dopo i ballottaggi, Massa passa al centrodestra, così come Pisa, dove già a metà delle schede scrutinate Andrea Serfogli del Pd ammette la sconfitta e fa i complimenti al nuovo sindaco. E’ restata in bilico più a lungo Siena, dove si è andati avanti voto per voto. Poco prima dell’1 è chiaro però che anche nella città di Mps è finita un’era. La sinistra lascia il Comune, Bruno Valentini non ce la fa e Luigi De Mossi si prepara a governare grazie a 378 voti in più dell’avversario.

BALLOTTAGGI: TUTTI I RISULTATI

 

E con ieri sera, il Pd dal 2014 ad oggi ha perso le sfide in tutti i capoluoghi di provincia dove si è votato. In due casi, Carrara e Livorno, lo ha scalzato il Movimento5Stelle, negli altri il centrodestra. Restano in mano ai democratici, che in un tempo nemmeno troppo lontano governavano in tutti i capoluoghi, soltanto Prato, Lucca e Firenze. Nella città di Matteo Renzi si vota l’anno prossimo e il centrodestra a questo punto sogna il ribaltone anche qui. Poi nel 2020 ci saranno le elezioni per la Regione, che nella storia sono sempre state vinte dalla sinistra. In Toscana la Lega ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, già affila le armi e pregusta un successo che sarebbe storico.

L’affluenza è stata più bassa nei tre capoluoghi di provincia della Toscana dove si è votato. A Siena la percentuale si è attestata al 56,19%, il 10 giugno era stata del 63,08. Scesi alle 23 i votanti anche a Pisa, 55,85% in calo rispetto al primo turno di circa 3 punti percentuali. A Massa è stata del 54,87% (62%)

A Massa la sinistra subisce la sconfitta più netta. Il sindaco uscente Alessandro Volpi, che al primo turno era in svantaggio, prende soltanto il 43,4% e lascia il Comune allo sfidante Francesco Persiani (56,6%).

Comunali, la Lega conquista la “roccaforte rossa” Pisa. Conti: “La sicurezza è la mia priorità

Anche a Pisa il centrodestra vince. Michele Conti chiude con il 52,29% dei voti e batte Andrea Serfogli. Alla Tv pisana 50Canale, Serfogli, dopo aver fatto i complimenti all’avversareio, ha detto: “Paghiamo il vento nazionale ma rendo merito a Conti e possiamo considerarlo il nuovo sindaco di Pisa”. Da parte sua, Conti ha spiegato: “È una grande emozione, perché questo risultato era impensabile solo 5 anni fa. Oggi grazie alla novità della Lega che è diventata forza di governo e primo partito in città, conquistiamo Pisa. Saremo a disposizione di tutti, cercheremo nell’interesse della città di fare meglio di quello che hanno fatto i nostri predecessori. Sono soddisfatto e ho aspettato a parlare perché volevo la conferma dei numeri, perché sono una persona pragmatica”.

A Siena il sindaco uscente Bruno Valentini viene sconfitto dallo sfidante appoggiato dal centrodestra di Luigi De Mossi, che conquista il 50,8% dei voti. La differenza è di 378 preferenze. “Sono ancora sotto l’effetto di questa notizia: è come nel Palio dove conta arrivare primi – commenta De Mossi – Una vittoria storica, abbiamo cambiato la storia di questa città. Il mio gruppo, il gruppo di persone che mi ha appoggiato, ha questo merito. Non abbiamo voluto fare apparentamenti, mantenendo la nostra coalizione tutta unita e questo ci ha consentito di dialogare con tutti”.

Comunali, la sindaca leghista di Cascina, Ceccardi: “E ora prendiamo la Regione Toscana

Per quanto riguarda Campi Bisenzio, invece, il sindaco di centrosinistra Emiliano Fossi viene riconfermato. Con il 54% supera la sfidante Maria Serena Quercioli, del centrodestra.

A Pietrasanta vince il candidato del centrodestra Alberto Giovannetti (52%), che supera Ettore Neri del centrosinistra.

A Pescia vince Oreste Giurlani, di centrosinistra ma senza il Pd, che incassa il 58% dei voti e sconfigge Francesco Conforti del centrodestra.

Le Primarie di Massa: un alibi per un nuovo suicidio.

Non è soltanto un problema di regole, che pur evidenziano nella loro sciatteria il vero problema. Non esiste una linea politica. Il pd sembra delegare allo strumento delle primarie il compito di assumere la responsabilità di definire la linea politica. 

Per anni le scelte dell’amministrazione Volpi sono state reiteratamente contrastate da Bugliani e Nardi, descrivendo la linea interpretata dal sindaco come la più lontana dalle esigenze della città. Questo pensiero si è tradotto in comportamenti ostruzionistici,mai propositivi, che hanno concorso a frenare la marcia, peraltro già impacciata di suo, dell’amministrazione.

Questa forma di opposizione dispettosa ed infida non si è mai evoluta nella elaborazione di una proposta politica che andasse oltre la critica. Adesso che Nardi e Bugliani, con la loro compagnia di artisti vari, sotto la guida fiorentina, hanno preso in mano i destini del pd locale, la carenza di idee propositive e la mancanza di prospettive politiche che ne hanno caratterizzato l’azione, diventano palesi. Dopo aver provocato il disastro di Carrara ed aver perduto entrambi i collegi parlamentari, adesso non sanno più quali pesci prendere. La soluzione delle primarie appare più determinata dalla volontà di scaricare responsabilità che dalla capacità di proporre qualcosa.

Ma come può il PD che ha vinto il congresso, peraltro giocando da solo e portando a votare quattro gatti, per giunta senza alcun controllo, sostenere che la risposta da dare ai problemi della città possa essere la candidatura del sindaco uscente, che per cinque anni è stato massacrato da quegli stessi soggetti che adesso vorrebbero ricandidarlo?

L ‘ unica spiegazione possibile è che dando quasi per certa la sconfitta elettorale, cerchino di scaricare le loro inadeguatezze e responsabilità sulle primarie ed i candidati che avranno la temerarietà di parteciparvi.

A quel punto la responsabilità della sconfitta sarà del candidato e dei cittadini che lo avranno scelto, scaricando i veri responsabili che hanno distrutto il partito di questa provincia, in cambio del proprio posto in regione ed in parlamento. Bugliani e nardi sono stati lo strumento che il PD Renziano ha usato per radere al suolo questo territorio e che alla prova della ricostruzione dimostrano tutta la loro pochezza.

Maestri della critica e di opportunismo ed incapaci di costruire qualcosa di diverso dal soddisfacimento delle loro ambizioni personali, adesso si prostrano per convincere il loro antico nemico volpi a partecipare a queste assurde primarie per costruire un paravento dietro il quale nascondere le loro vergogne, per poi magari votare Menchini dando continuità alla consuetudine di inaffidabilita che li caratterizza. D’altronde se così non fosse come potrebbero essere degni delfini di Renzi?

Mandiamoli a casa!

Un Congresso solo per gli eletti!

Di seguito i dati definitivi dei partecipanti al Congresso PD del Comune di Carrara a seguire l’ analisi dei dati

    Aventi diritto 2016 Votanti 17-23 gen 2018 Percentuale votanti
Carrara CARRARA CENTRO 142 29 20,4%
Carrara AVENZA OVEST BATTILANA FOSSONE 173 40 23,1%
Carrara BONASCOLA 238 189 79,4%
Carrara MARINA OVEST 84 45 53,6%
Carrara AVENZA STORICA 159 25 15,7%
Carrara FOSSOLA PERTICATA 78 21 26,9%
Carrara MARINA EST 127 4 3,1%
Carrara NAZZANO 73 50 68,5%
Carrara PAESI A MONTE 27 32 118,5%
   TOTALE      1101 435 39,5%

Un Congresso solo per gli eletti!

Alla fine il Congresso è stato fatto ma le lacerazioni causate da Commissariamenti a catena ci sono ancora tutte.

Trovo paradossali le dichiarazioni entusiastiche del Commissario Danti e dei neo segretari eletti senza nessuna competizione, ai quali probabilmente hanno comunicato risultati diversi da quelli effettivi e completi. Siamo di fronte ad un congresso che a livello Provinciale non raggiunge il  50% della partecipazione dei suoi iscritti (gli aventi diritto del 2016 erano 5534 ed i votanti attuali circa 2710) pur avendo in alcune realtà raggiunto presunti accordi “unitari”, ma il dato che certifica politicamente il fallimento lo si ha nel Comune di Carrara dove la percentuale rimane al di sotto del 40% e dove in alcune realtà come  Carrara centro, Avenza e Marina, zone maggiormente abitate, le percentuali di adesione al congresso sono da prefisso telefonico, concentrandosi oltre l’ 80 % solo nei circoli di Bonascola e Nazzano primi responsabili della disfatta elettorale del Pd a Carrara nella recente tornata amministrativa.

 E’ evidente che, se questi sono i presupposti, l’ appuntamento del 4 Marzo rischia di essere per questa classe dirigente l’ ennesima debacle elettorale sulle cui conseguenze si avranno chiare le responsabilità politiche.

Purtroppo avevamo previsto tali scenari e la scelta di non partecipare  al congresso ora credo sia visibile e chiara agli occhi della nostra città ed ai suoi elettori.

Nei prossimi giorni riuniremo chi ha scelto di non partecipare a questo congresso “farsa” per elaborare proposte per la prossima campagna elettorale aprendo un confronto con tutte quelle forze politiche e no che vogliono discutere di questioni vere e prioritarie per Carrara, lasciando il Pd alle sue  finte certezze in attesa che gli elettori e le elettrici si esprimano in merito. Non possiamo esimerci dall’ esprimere tutta la nostra preoccupazione per la situazione che si sta verificando nel comune di Massa dove si stanno creando tutte le premesse per perdere la guida della città. La linea politica del PR Renziano continua a fare terra bruciata in tutti i territori solo per mantenere nella disponibilità del capo un sempre più effimero potere contrattuale, ma mentre i collegi sicuri per gli amici si possono anche individuare a Bolzano!!!, i sindaci continuano ad essere eletti nelle loro città!

Claudio Sartorio

Buon Anno PD: che il 2018 non sia come il 2017!

Voglio  proporre un semplice ragionamento, del quale spero se ne voglia cogliere il significato e farne buon uso per il futuro per gli appuntamenti Politici ed Amministrativi.

Nel corso dell’anno appena trascorso è successo di tutto. Credevo fosse possibile immaginare di metterci una pezza almeno in vista delle elezioni politiche, ma si continua a fingere di non vedere il problema. Può un partito affrontare una campagna elettorale pretendendo che tutti concorrano ad ottenere un consenso su una linea politica inesistente contraddistinta solo da scissioni espulsioni e commissariamenti?

Il messaggio che è stato imposto nel nostro territorio è stato: o ci si allinea e si ubbidisce al capo ed ai suoi tirapiedi o si viene fatti fuori, anche a costo di perdere le elezioni. Per il momento si è persa Carrara.

O si accetta di partecipare ad un congresso truccato o, se non si accettano i trucchi, si possono candidare soltanto i servitori!

Evidentemente questo non è il PD che volevo. Non riesco a  riconoscermi  in un partito che non cresce dalla base, dai circoli, dalla passione e dal senso civico e solidale delle persone, non riesco a riconoscermi  in un “partito leggero” fatto solo di elettori e non di iscritti, che pretende di avere una classe dirigente ubbidiente ed asservita, che dopo la rottamazione  propone una squadra composta da fedeli servitori, arruolati in massima parte tra riciclati ed opportunisti. Il congresso, che tra mille ostacoli avevamo, insieme agli altri membri NON renziani della Commissione Territoriale, programmato per il 2-3 dicembre,  poteva rappresentare un’occasione per un esame di coscienza collettivo con l’obiettivo di fare ognuno ammenda dei propri errori per riproporre una stagione costruttiva che sapesse interpretare i valori fondanti del nostro partito. Il congresso, che la parte Renziana ha cassato producendo irresponsabili ricorsi, al quale spero ora si possa arrivare senza  polemiche.

 Perché purtroppo, in queste condizioni soltanto chi sarà mosso da ambizione e interessi personali sarà motivato ad impegnarsi,  mentre tutti gli altri si sentiranno legittimati solo al disimpegno  e al lasciar perdere: sia il Congresso sia il PD. Il Partito Democratico non riesce più a essere la casa in cui possono coesistere le proposte e il modo di fare di Matteo Renzi  e i valori del popolo di centrosinistra.  La parola d’ordine deve essere Unire non Dividere altrimenti il Renzismo ci lascerà in eredità solo qualche poltrona per gli amici e le ceneri del grande partito riformatore che avevo, con entusiasmo, concorso a fondare. Che il 2018 non sia come il 2017. Buon Anno PD.

UNA CAMPAGNA IMBARAZZANTE!

UNA CAMPAGNA IMBARAZZANTE!!

Ci sono 61.597 seggi elettorali in Italia: ci piacerebbe che ogni seggio avesse un volontario che ci aiuti a comunicare ciò che è stato fatto e tutto ciò che ancora c’è da fare contro chi fa proseliti con la disinformazione e alimentando intolleranze e paure.
Non ci bastano i rappresentanti di lista, ma abbiamo bisogno di volontari per ogni singolo seggio per diffondere il materiale cartaceo o social, per aiutarci nella discussione sul programma, per fare campagna dal basso, per contrastare le fake news e la politica fatta di insulti.”

 

Abbiamo ricevuto, come iscritti attivi del pd,  la mail firmata dal segretario Nazionale Matteo Renzi, che  invitava ad aderire a questa campagna.

E subito ci è sorta la domanda. Ma come! I CIRCOLI non ci sono più?

La situazione di Carrara  ci è ben nota (con tre commissari in un anno, perso il comune dopo 60 anni, un congresso che non si è ancora riusciti a mettere in piedi); ma credevamo fosse un caso eccezionale. Evidentemente no!

Ora, i casi sono due. O si tratta della solita propaganda artificiosa ed artificiale, studiata male perché alla fine non raggiunge nessun nuovo elettore ma allontana solo i già iscritti deresponsabilizzandoli e scavalcandoli nelle loro funzioni, oppure questa campagna rappresenta veramente i pensieri della Direzione Nazionale che nella linea del “partito leggero” (non iscritti ma solo elettori) lo sta definitivamente “mandando in fumo” rompendo  il legame con gli iscritti e con i territori, con chi all’impegno politico crede con passione. (i dati ufficiosi del tesseramento 2017 parlano chiaro: si supera di poco i 90 mila iscritti. Erano 400 mila). Più leggeri di così?

Il nostro pensiero è purtroppo il peggiore! Cioè che sono vere entrambe le ipotesi.

Una campagna fatta male a dimostrazione di  una strategia ancora peggiore.

E per finire lasciamo  a chi di dovere di valutare se addirittura questa campagna violi l’articolo 14 dello statuto del Partito Democratico che stabilisce che

“ I Circoli costituiscono le unità organizzative di base attraverso cui gli iscritti partecipano alla vita del partito. …….…. In ciascuna porzione del territorio e in riferimento a ciascuna sede di lavoro o di studio può essere costituito un solo Circolo.”

 

CarraraTrePuntoZero

 

=======>>>>   Da leggere:

La crisi del Pd: oltre ai voti, scompaiono anche i tesserati

 

Claudio Sartorio spiega il motivo della sua candidatura a segretario del Pd di Carrara

 

Lettera aperta a tutti i simpatizzanti del Partito Democratico scritta dal candidato alla segreteria della sezione carrarese Claudio Sartorio. Ecco il testo integrale: 

“Ci tenevo a spiegare lo spirito con il quale ho deciso di candidarmi alla segreteria del Partito Democratico di Carrara. A seguito della mia partecipazione ai lavori della commissione per il congresso, dopo averne viste di tutti i colori, quando si è capito che l’epilogo di  questa dolorosa vicenda sarebbe stata la celebrazione  di un congresso senza candidati o con un tesseramento falso, ho pensato che anche una candidatura di una persona che, come me, non ha mai avuto esperienza di politica attiva, potesse avere un significato.  Una scelta “fuori linea”, non una scelta di un “politico”, ma una figura non allineata a garanzia  che la politica avrebbe potuto ricominciare a lavorare nella dialettica e confronto fra posizioni che anche se diverse si rispettano e trovano poi una sintesi in un bene generale e comunque nel segno della ripresa di un percorso unitario.

Ciò soprattutto per evitare una ulteriore lacerazione come quella delle ultime elezioni amministrative del Comune di Carrara che ha lasciato strascichi di rancori e soprattutto la città di Carrara nelle mani del Movimento 5 Stelle. Un fallimento determinato dall’atto di forza del commissariamento del PD di Carrara invocato dai Renziani di Bugliani che aspirava ed ancora aspira ad una leadership locale senza invece averne l’ autorevolezza e il riconoscimento della maggioranza degli iscritti che andrebbe guadagnata con fatti concreti in seno al Consiglio regionale.

E invece no!  O ci si allinea e ci si sottomette al renzismo o neppure ci si può candidare.

La novità dell’ultima ora è la decisione di commissariare la Commissione Provinciale il cui unico torto è quello di non aver voluto certificare le irregolarità del tesseramento ed aver sostenuto l’idea “eversiva” di fare un congresso con almeno due candidati!  Dopo Anselmi dalla regione, Vazio dal parlamento Italiano, il nuovo commissario in arrivo è stato reclutato addirittura nel parlamento europeo. Aspettiamocene uno anche direttamente dall’ ONU e forse con l’aiuto dei caschi blu potremo anche riuscire a svolgere un congresso secondo le regole del pluralismo della rappresentanza. 

Regole e norme che, una volta  fatte, poi devono valere sia quando fanno comodo sia  quando non lo fanno. E quale imbroglio dovranno inventarsi  ora per rimediare alla non ammissibilità di Manenti?  Pare infatti che la candidatura di Manenti per la segreteria provinciale non risulti regolare  non avendo lo stesso rinnovato la tessera nei termini previsti dal deliberato della commissione nazionale di garanzia e dal Regolamento dei Congressi. Fatto facilmente riscontrabile da documenti oggettivi e dalla anagrafica.

Cosa potrà inventarsi un commissario mandato contro chi aveva riaperto i termini per le candidature, per  riaprire i termini di presentazione solo per il suo candidato?

Claudio Sartorio

Questo Congresso non s’ha da fare – Cronaca

Di seguito cronologia tutta corredabile da atti e prove oggettive di quanto sta accadendo per i congressi del Partito Democratico a Massa Carrara.

Il 16 settembre esce la notizia che è stato indicato un Commissario ad acta (l’on Vazio) per il tesseramento di Massa Carrara “per portare  trasparenza chiarezza e partecipazione per accertare che chi si iscrive voglia veramente essere parte attiva del PD nel rispetto delle regole e con la consapevolezza che le discussioni sono sì benvenute purché  si concludano con una sintesi e non con lo sfascio del partito” così viene scritto.

Il 25  settembre si chiude il tesseramento (circa 1700 tessere fra nuove e rinnovate) con alcuni aspetti critici:

I DEMS orlandiani lamentano che  il sabato sera, precedente la chiusura, sono mancate tessere richieste da alcuni segretari di circolo per il tesseramento viceversa non capiscono come mai l’On Nardi ne ha avuto a disposizione ben 500.

Le circa 500 tessere (483 per l’ esattezza) sono state portate in Via Groppini a Carrara oltre l’orario di chiusura stabilito (le 20:00) grazie ad una deroga concessa dal Commissario Vazio e pagate in contanti .

Le tessere avrebbero dovuto essere verificate dalla Commissione territoriale. In realtà vengono portate direttamente a Firenze dove diventano circa 580.

Il 7 ottobre il Commissario Vazio dichiara che per lui “è tutto liscio: tutte le tessere sono autentiche,  solo alcune risultano non ammesse perché devono essere perfezionate entro il 31 dicembre perché mancano di  di numero di telefono o di indirizzo”. (in realtà le tessere in anagrafica che hanno difetti in tal senso sono più di 2150 su circa 7000).

Il 13 ottobre Giovanni Poleschi Coordinatore della Commissione Territoriale si dimette perché “ la commissione ha avuto modo di prendere in esame materialmente le tessere 2017 solo lunedì 9 ottobre. La commissione è stato di fatto esautorata dalla possibilità di verificare il tesseramento  nonostante che nel verbale del Commissario siano state evidenziate molte criticità”.

In effetti così troviamo scritto nel verbale del Commissario:

Punto 3) “Tessere rilasciate a persone concentrate in circoli in numero particolarmente elevato e assunto dai segretari come non coerente con Ia realtà territoriale del circolo stesso”. “Per questi casi. in mancanza di riscontri oggettivi, non si é potuto trarre il convincimento di una illegittima procedura di tesseramento. ma, alla stesso tempo, per un criterio di ragionevolezza si é ritenuto di procedere ad una verifica e ad un approfondimento. ………..   Tali veriflche sono state eseguite su un campione casuale molto esteso.

Nei casi in cui la verifica ha avuto esito negativo, cioè le risposte non hanno soddisfatto le domande di cui sub a. e b., Ie relative tessere sono state ovviamente annullate.”

E quindi il campione ha dato riscontro di irregolarità ma la verifica si è fermata lì annullando solo le tessere del campione senza peraltro mai fare chiarezza e dare indicazione su quante e quali siano state le telefonate fatte, i circoli esaminati e le tessere annullate.

Il 17 ottobre La Commissione Territoriale coordinata da Luca Ragoni, rilevando le anomalie confermate dal verbale del commissario, chiede che il tesseramento sia verificato dai segretari dei vari Circoli prospettando un rinvio al 4-5 novembre dei congressi. La Commissione nazionale di Garanzia (presieduta da Roberto Montanari) si sente in dovere di precisare che “la certificazione spetta alla Commissione Territoriale con i 2/3 dei voti e in subordine alla Commissione Regionale di garanzia entro 48 ore e in ultima istanza alla Commissione Nazionale

Il 20 ottobre la Commissione Territoriale si riunisce e delibera l’invio degli elenchi degli iscritti ai segretari di circolo per la verifica  e stabilisce di certificare solo le tessere pervenute dai segretari di circolo.

La Commissione Regionale di garanzia non si assume alcuna responsabilità per la certificazione e la palla passa alla Commissione di Garanzia Nazionale che convoca il Coordinatore Territoriale Ragoni a Roma

Il 25 ottobre si svolge l’ incontro a Roma tra Ragoni Montanari e il Commissario Vazio dove vengono illustrate le variegate criticità tutte documentabili del tesseramento di Massa Carrara.

Per imprecisati motivi la risposta all’incontro si dilunga fino al 7 novembre  quando esce la decisione della Commissione nazionale di garanzia che

DELIBERA

 1) di non certificare l’Anagrafe degli iscritti 2017 al PD della Federazione di Massa Carrara ai fini congressuali, non essendocene le condizioni;

2) di consentire ugualmente di svolgere il Congresso provinciale, riconoscendo il diritto di

elettorato attivo agli iscritti certificati 2016, senza obbligo di rinnovo, e il diritto di elettorato

passivo agli iscritti certificati 2016, i quali abbiano rinnovato la propria iscrizione entro il giorno di accettazione della propria candidatura;

3) di considerare i nuovi aderenti al PD alla data del 25 settembre 2017, iscritti per l’anno 2018, salvo che gli stessi dichiarino di non voler essere iscritti al PD;

4) di inviare la presente Delibera al Responsabile nazionale dell’Organizzazione, alla Segreteria regionale e alla Commissione provinciale per il Congresso, per le decisioni conseguenti.

 

Quale conseguenza della mancata certificazione del 2017, due candidature alle Unioni Comunali diventano escluse dall’elettorato passivo e quindi non più candidabili.(Tonelli a Carrara e Sordi a Pontremoli)

La Risposta di Andrea Rossi, organizzatore Nazionale,  del 13 novembre è paradossale! I termini per le candidature non si riaprono perché la Commissione Territoriale avrebbe dovuto chiedere una deroga prima ancora che tutto si verificasse, con doti di preveggenza, immaginando che non si sarebbero create le condizioni per la certificazione dell’ anagrafe 2017.

Il 15 novembre la Commissione Territoriale fa istanza al Segretario Regionale Parrini perché “vengano stabiliti i termini per lo svolgimento dei congressi di Massa Carrara”;

a cui segue solo una laconica mail di Cortesi, Segretario del Vicesegretario Regionale Mazzeo, che indica nel 2-3 dicembre le date ultime per lo svolgimento dei congressi, senza alcuna altra precisazione o modifica al Regolamento Generale dei congressi.

Il 22 novembre la Commissione Territoriale stabilisce allora i congressi per il 2 e 3 dicembre, e in assenza di indicazioni , riapre i termini per la presentazione delle candidature come richiesto da un documento firmato da 27 fra sindaci, amministratori locali e segretari di circolo (anche Renziani).

Il 26 novembre Enrico Tonelli, candidato alla segreteria di Carrara, lamenta di essere vittima delle altrui irregolarità.

Il 27 novembre, nei termini indicati dalla Commissione Territoriale, vengono presentate 3 nuove candidature, Claudio Sartorio per l ‘unione comunale di Carrara, Francesco Mazzoni per Pontremoli e Trivelli per Aulla.

27 novembre  la Commissione Territoriale convalida le candidature presentate e posticipa le date dei congressi al 9 10 dicembre.

28 novembre Commissione Regionale di Garanzia sospende le decisioni della Commissione Territoriale che riapriva i termini per le candidature e prende 72 ore di tempo per una decisione.

Che si esplicita il 30 novembre accogliendo il ricorso della minoranza della Commissione Territoriale e annullando le determinazioni della Maggioranza e inoltrando istanza alla Commissione Nazionale di garanzia per la gestione di questa situazione da loro causata e definita INEDITA.

Il 30 novembre la Commissione Territoriale presieduta da Luca Ragoni inoltra ricorso alla Commissione Nazionale di Garanzia per chiedere l’annullamento del provvedimento della Commissione regionale di Garanzia, e al Segretario Regionale Parrini per promuovere un pronunciamento della Direzione Regionale per votare la riapertura dei termini della presentazione delle candidature e per favorire lo svolgimento dei congressi entro la fine del 2017.

Siamo fermi qui, con la prospettiva di un nuovo commissariamento, che così potrà fare il Congresso come vuole, e con ancora nulla di certo circa la celebrazione dei congressi 2017.

Nel frattempo un centinaio di iscritti hanno già riconsegnato le tessere e alcuni segretari di circolo preannuciano che, dopo tutti questi rinvii, non faranno più i congressi.

 

Carrara 2 dic 2017