Andrea Vannucci a ruota libera: il Pd così non va bene, o si è renziani obbedienti ai ras regionali o non si ha diritto di cittadinanza nel nostro stesso partito

«Non correrò da solo, nessuna lista civica»

CARRARA. La sua candidatura a sindaco del partito democratico alle prossime amministrative è durata meno di tre settimane. Dall’uscita ufficiale, all’Autorità portuale di fronte a una platea affollata, al via libera dell’assemblea del Pd locale. Fino alla doccia fredda del commissariamento, annunciato dai vertici regionali del partito democratico che, di fatto, invalidando lo scatto in avanti di via Groppini, hanno azzerato tutto. Anche la candidatura a sindaco di Andrea Vannucci. Che, il giorno dopo quella che suona come una sua sonora bocciatura, sua e della linea del partito carrarese, è pronto a dire la sua su quello che accadrà nel partito, nella coalizionee nel suo futuro.

Cominciamo proprio da qui. Andrea Vannucci cosa succede adesso?

«Succede che il candidato sindaco del centro sinistra di Carrara lo sceglierà l’ex sindaco di Piombino come ambasciatore di un signore fiorentino, il segretario regionale del Pd. Se questo va bene ai carrarini va ben anche a me».

Ma le Vannucci correrà da solo a sindaco?

«No, non ho mai fatto della mia candidatura una questione personale. La mia candidatura rappresentava una linea politica molto chiara, quella di un Pd che rivendica la guida della città per svoltare rispetto all’amministrazione Zubbani. Se la linea sarà quella della continuità, come faccio a rappresentarla? Non si capirebbe perché mi sono dimesso due anni fa, adesso sarà Firenze a scegliere chi può rappresentare la linea della continuità».

Non la vedremo a capo di una lista civica?

«No, nessuna lista civica. Io farò la mia battaglia nel Pd, perché questo Pd non va bene. Non può passare l’idea che, se non si è renziani obbedienti ai ras regionali o non si ha diritto di cittadinanza nel partito che abbiamo costruito».

«Io ho sempre creduto nel Pd, nel mio Pd, perché è nato per mettere insieme tutte le diversità riformiste e proporre una sintesi di governo diversa dalle coalizioni condizionate dagli interessi dei piccoli gruppi».

La potremmo definire quindi più vicino a Pierluigi Bersani che a Matteo Renzi?

«Non sono mia stato renziano e non sarò mai “nessuniano”. Il Pd non ha bisogno di un capo ma di chi sappia mettere insieme quel mondo che crede nel riformismo a servizio del paese, non di se stesso e della propria corte».

Si è sentito e si sente tradito da qualcuno?

«No, credo che non mi abbia tradito nessuno. Sono stati traditi tutti coloro che sono stati eletti democraticamente e liberamente dagli elettori del Pd; sono stati schiacciati dal tallone di un commissariamento deciso con due righe dal segretario regionale del partito e validato da una votazione online, senza nemmeno la dignità di riunire la direzione regionale per spiegarne i motivi e aprire una discussione».

Le vicende interne al Pd consegneranno la città ai Cinque Stelle?

«Io penso una cosa: come facciamo a sostenere che Beppe Grillo sbaglia a fare le scelte di vertice, senza aprire discussioni, quando chi ci rappresenta, come Pd, fa altrettanto? Come facciamo a spiegare che si deve recuperare rispetto alla batosta referendaria, ripristinando i rapporti con i territori, quando li si calpesta e si annichiliscono le autonomie locali con atti di imperio regionali? Si preferisce perdere le elezioni piuttosto che avere un sindaco libero e indipendente? Si è scelto di avere una marionetta che risponda a Firenze e ai tirapiedi di Renzi, o, in alternativa, ci si arrende ai populismi senza provare a ricostruire il rapporto con la città. Eppure a Carrara anche i bambini sanno che questa amministrazione ha deluso. Solo da lontano possono pensare di continuare così. Solo se vive in un altro pianeta si può pensare di recuperare il rapporto con i nostri cittadini facendo una bella coalizione, come se niente fosse successo e non avendo la dignità di chiedere scusa per le cose che abbiamo sbagliato. Senza ritornare fra la gente e meritarci la fiducia non soltanto di chi ci crede per fede, ma di tutti coloro che hanno deciso di votare Cinque Stelle perché non ne possono più di noi». «Il banco di prova dev’essere scendere fra i cittadini con umiltà e modestia e chiedere il loro aiuto per provare insieme a ridare coraggio, fiducia e speranza a questa città che non può essere comandata sìda Firenze. Una Carrara che non può vedere calpestare la democrazia dai commissari e non continuare la linea della amministrazione uscente come niente fosse».

Vannucci, chi sarà il prossimo sindaco di Carrara?

«Il prossimo candidato sindaco del centro sinistra? Credo che non avranno il coraggio di passare dalle primarie e sceglieranno a tavolino un notaio, che metta insieme le esigenze di chi non vuole mollare le poltrone, o una bella faccia pulita dietro alla quale

nascondere tante facce rugose».

Lei crede che Zubbani abbia remato contro la sua candidatura?

«Con Angelo Zubbani non ho niente di personale, se non di positivo. Abbiamo due opinioni diverse, questo sì: lui ha scelto il renzismo, io scelgo la libertà».

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